TERZA CAPPELLA

Di giuspatronato della famiglia Zaniboni, è dedicata al SS. Sacramento e alla Madonna della Vittoria.
Ai due lati gli stemmi degli Zaniboni e, a destra, quelli delle arti dei pellacani, della lana e della seta sul quale appare la scritta "industria civium prosperitas".
Al centro dell'altare (altare privilegiato) vi è il celebre dipinto Madonna della Vittoria o Madonna del Monte (tempera su legno, cm 90 x 45) attribuito a Lippo di Dalmasio (fine XIV- inizio XV secolo) ovvero a Simone de' Crocifissi (seconda meta del sec.XIV).

 Sul fondo d'oro, con fregio scuro in alto, campeggia la figura della Vergine, che ha il collo e il capo fasciati da un velo bianco ed è ricoperta da un ricco manto stampato in oro.
Il Bambino, avvolto in un abito leggero, guarda verso Maria, con l'indice della mano destra orientato su se stesso; la Madre lo tiene sulle ginocchia con delicatezza.
L’ancona che incornicia il dipinto, opera di un ignoto artigiano emiliano che la realizzò nel 1867, Ë in legno dorato e intagliato. Attorno alla Madonna della Vittoria vi sono numerosi ex voto.
In questo altare sono presenti sculture di Giulio Cesare Conventi (Bolo-gna 1577-1640) eseguite nel 1623: a destra S. Francesco di Assisi e a sinistra, S. Giuseppe.

La cappella e riccamente decorata da affreschi: nella volta, Gesu' Bambino, angeli e putti di Alessandro Guardassoni (Bologna 1819-1888) e Luigi Samoggia (Bologna 1811- 1904). Nel riquadro centrale, Gesu' Bambino incoronato da angeli; nei riquadri laterali, in monocromo su fondo oro, tre putti giocano sulle nubi.
Nei due riquadri sull'archivolto, due angeli, uno a sinistra con drappo rosso e uno a destra con drappo verde. Un angelo reca in ciascuna mano un giglio.
Le pareti della cappella, sopra il basamento marmoreo, sono stuccate e dipinte a mò di marmo.
L’altare è realizzato con vari tipi di marmo pregiato, la balaustra e interrotta da un cancelletto di legno intagliato e dorato.

La cappella, un tempo era dedicata all'Assunzione della Vergine, e fino alla soppressione napoleonica del 1796, ospitava l'omonima pala d'altare di Agostino Carracci; il dipinto è ora conservato nella Pinacoteca di Bologna.

 


VITTORIE E SCONFITTE DELLA MADONNA DELLA VITTORIA

La Madonna col Bambino, opera attribuita a Simone dei Crocifissi (1360 ca.), fu originariamente presso il Santuario del Monte, una chiesa a pianta circolare, le cui origini si fanno risalire al 1115; sorgeva lungo la via che conduce all'Osservanza, nel luogo in cui fu poi edificata Villa Aldini.

Dopo la battaglia svoltasi nel 1443 presso S. Giorgio di Piano, che vide i Bolognesi, guidati da Annibale Bentivoglio, sconfiggere le truppe milanesi dei Visconti comandate da Luigi Dal Verme, in segno di ringraziamento i Bolognesi salirono il colle dell'Osservanza in processione.
Da quel giorno la sacra immagine fu chiamata Madonna della Vittoria ed ogni anno, il 14 agosto, una grandiosa cavalcata con grande partecipazione di popolo ricordò l’evento rendendo omaggio alla Madonna, la cui effigie fu collocata in una chiesa innalzata accanto a quella primitiva.

Questa immagine mariana per oltre due secoli fu venerata e invocata dai cittadini anche in occasione di calamità naturali che colpivano Bologna.
Nel 1657 la venerata icona della Madonna della Vittoria fu trasferita per una settimana nella chiesa di S. Procolo. A metà del '700 venne meno la tradizione della cavalcata. Con l'arrivo dei Francesi (1796) iniziarono le peregrinazioni della sacra immagine. Infatti Antonio Aldini, per costruire una villa per Napoleone sul colle dell'Osservanza, decise di abbattere ii santuario. L’effigie della Madonna della Vittoria sostò per breve tempo nella chiesa francescana di S. Paolo in Monte (Osservanza), poi fu trasferita nella chiesa della Certosa.
Pochi giorni dopo la morte di Napoleone, il 18 maggio 1821, la sacra icona fu collocata nella chiesa francescana della SS. Annunziata dove rimase fino al 1866, anno in cui fu trasferita in S. Salvatore.

Durante la seconda guerra Mondiale, i Canonici di S. Salvatore, preoccupati per i bombardamenti aerei, sfollarono il prezioso quadro presso il Conventino di Gallo Bolognese, frazione di Castel S. Pietro Terme. Purtroppo la guerra non risparmiò nemmeno questo luogo che, anzi, fu bombardato. Andarono perdute molte suppellettili sacre; il dipinto, rimasto indenne, fu trasferito nella vicina chiesa di Casalecchio dei Conti.

Non appena Bologna fu dichiarata "città aperta", i Canonici di S. Salvatore, guidati dall'Abate Montebelli, attraverso un'avventurosa operazione, riuscirono a riportare nella loro chiesa la sacra immagine, trasportandola su un carro funebre.
Finita la guerra, anche per la Madonna del Monte o della Vittoria iniziò la pace: il prezioso dipinto fu definitivamente ricollocato in S. Salvatore.
Ancora oggi, ogni anno, nella quinta domenica del tempo pasquale, i Canonici celebrano con grande solennità la ricorrenza della Vergine della Vittoria.